Salute, la persona al centro nel Symposium 2023 ‘Medicina dei sistemi’

La persona al centro. La medicina, per affrontare lo scenario attuale e le sfide future, pone nuovamente le sue fondamenta sul paziente, soggetto attivo nella sua unicità e totalità nel processo di diagnosi e cura. “Solo la medicina che valuterà la persona come sistema Psico Neuro Endocrino Immunologico potrà prendersi realmente cura dell’uomo stesso”, queste le parole di Alessandro Pizzoccaro, presidente e fondatore di Guna, azienda italiana specializzata nella produzione di medicinali a basso dosaggio. 

In occasione del Symposium 2023 organizzato da Guna, dal titolo “Medicina dei sistemi. Modelli di integrazione nella prassi clinica e nuove soluzioni terapeutiche” il focus è sul paziente del futuro. I continui e progressivi cambiamenti climatici e sociali e i nuovi modelli di relazione stanno profondamente incidendo sulle condizioni di salute dell’uomo del XXI secolo. Con questi concetti si apre la Charta del Symposium 2023, elaborata da esperti del settore tra cui Ernesto Burgio, dell’European Cancer and Environment Research Institute di Bruxelles, Stefano Fais, dirigente di Ricerca del Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità e Alessio Fasano, professore di Pediatria presso la Medical School di Harvard. 

EMPATIA, CHIAVE DELLA RELAZIONE MEDICO – PAZIENTE

Un disegno che ritrae in una stanza di ospedale una bambina nel letto, i parenti intorno e il medico intento a guardare lo schermo del computer. Questa l’immagine realizzata da una giovane paziente che Danielle Ofri, docente di medicina presso la New York University School of Medicine aveva fatto pubblicare su The Lancet. Da qui è partita la presentazione di Laura Boella, professore ordinario di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano in occasione del Symposium 2023 

Dell’empatia nella relazione tra medico e paziente si è discusso nella seconda parte della mattinata di sabato 20 maggio nella Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano. “Vi è la necessità di costruire un ponte tra questa enorme quantità di dati che produciamo e il rapporto in carne e ossa”, ha dichiarato Boella. “Bisogna assumere la prospettiva dell’altro concreto, ovvero guardare l’altro come soggetto abitante del mondo insieme a noi. Questa nuova prospettiva implica l’accettazione dell’altro nella sua autonomia di essere agente e nella sua esposizione come essere vulnerabile”. La nozione di empatia comunemente adottata comprende forme di cooperazione e associazione indirizzate alla civiltà umana e a una serie di sentimenti. “Le empatie – come le descrive la docente – rappresentano un nuovo paradigma e hanno una molteplicità di manifestazioni e sono da riferirsi alla pratica nei diversi contesti sociali e ambiti professionali”. In questo senso l’applicazione del rapporto medico-paziente distingue il circuito del mirroring (risonanza emotiva) da quello cognitivo (mettersi nei panni dell’altro). La cura medica si fonda su diverse modalità empatiche. L’empatia, come risorsa etica e sociale, ha un perimetro definiti e si inserisce in una durata temporale, in una scena architettonica e spaziale, in una dinamica interpersonale non necessariamente reciproca e simmetrica. In questo setting il paziente assume un ruolo attivo, è responsabile, in quanto resta integra la sua sfera di autonomia. Ogni atto terapeutico prevede che il paziente contribuisca a ridisegnare un nuovo percorso. 

Al contempo il paziente è cittadino e appartiene a una comunità sociale. Partecipa con la sua storia, il suo lavoro, le sue competenze e le sue scelte alla vita di comunità.

4P PER LA MEDICINA DEL FUTURO

Gian Vincenzo Zuccotti, professore ordinario di Pediatria presso l’Università degli Studi di Milano e direttore Dipartimento di Pediatria Ospedale dei Bambini Buzzi ha raccontato come la medicina debba raccogliere il guanto di nuove sfide per un prossimo futuro. Tra queste c’è lo studio e la cura delle malattie rare e croniche e l’assunto di una medicina delle 4P: preventiva, predittiva, di precisione e partecipatoria. La nuova medicina mira alla personalizzazione e ottimizzazione della cura, per assicurare il trattamento giusto nel momento giusto con bassi rischi. Tra gli obiettivi sanitari fornire terapie efficaci ed efficienti in termini di costi. In questo scenario accanto a un rapporto medico paziente basato sull’empatia si fa strada il tema dell’intelligenza artificiale, della telemedicina e dell’utilizzo degli strumenti digitali per disporre di maggiori informazioni in tempo reale per diagnosi e cure. 

UNA VISIONE SISTEMICA DELLA MEDICINA ANCHE NELLA FORMAZIONE DELLA CLASSE MEDICA

“Ci vorrebbe un’università coraggiosa che applichi una visione sistemica della medicina e non esca dal mondo della sperimentazione” secondo Luigi Tesio, direttore del Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative di IRCCS Istituto Auxologico Italiano. La medicina è a un bivio, compressa tra la bio-medicnina che cura le parti della persona e la sanità che prende in carico le popolazioni. L’approccio alla persona nella sua totalità è la strada. Oggi molte discipline con alto contenuto relazionale come la Medicina di base, la psichiatria e la fisiatria vengono ritenute meno prestigiose. Allo stesso modo molte borse di studio con alto impegno sociale in radioterapia o Medicina d’urgenza vengono abbandonate senza essere portate a termine. A questo proposito occorrerebbe differenziare i percorsi di Chirurgia e Medicina, armonizzare i corsi di Laurea-Specializzazione e differenziare all’interno dei percorsi medici quelli che contribuiscono a formare specialisti orientati su parti della persona, persone o comunità. 

LA RISPOSTA E’ NEL PROCESSO 

La nuova medicina si basa sulla ridefinizione del concetto di malattia, non uno stato ma un processo. Questo il nodo da sciogliere secondo Mariano Bizzarri, professore associato di Patologia Clinica e direttore del Systems Biology Laboratory dell’Università di Roma. Già la definizione di malattia risponde a due correnti di pensiero diverse: dalla perdita di un parametro alla perdita di funzioni. I modelli di farmaci attuali non sono in grado di sondare la complessità che si cela dietro l’insorgere di una malattia come processo storico, in cui diversi fattori contribuiscono alla sua espressione. “Occorre indagare la relazione tra la parte e il tutto – ha concluso Bizzarri-. Non possiamo pensare di colpire il singolo target, ma occorre agire sul microambiente”. 

I 10 TRATTI DISTINTIVI DELLA MEDICINA DEL FUTURO SECONDO ALCUNI ESPERTI

  • Una Medicina che si avvalga dei big data per favorire l’interpretazione dell’unicità del paziente 
  • Una Medicina che sappia giovarsi dei risultati della ricerca in ogni campo del sapere senza diventarne una palestra applicativa passiva.
  • Una Medicina che sia predittiva, ma libera dall’ansia predittiva. 
  • Una Medicina che sia di precisione, ma che non conduca alla frammentazione della visione sistemica del paziente nel suo essere un unicuum “corpo-mente-spirito.
  • Una Medicina che si avvalga anche dell’integrazione fra diversi approcci diagnostici e terapeutici (overlapping), e tra differenti Farmacologie (di sintesi e naturale-biologica, degli alti e dei bassi dosaggi) e di interventi sulla persona-sistema come, per esempio, quelli di tipo psichiatrico, fisiatrico, termale o come il movimento. 
  • Una Medicina che privilegi un approccio preventivo e non solo terapeutico e che preveda una sempre maggiore accessibilità ed efficienza delle diagnosi e delle cure, ottimizzando il carico umano ed economico dei metodi farmacologici, fisici e chirurgici, e valorizzando anche le tecniche riabilitative.
  • Una Medicina che preveda, per un paziente sempre più cronico, con comorbidità, politrattato e bisognoso di cure per le proprie disabilità, trattamenti a basso impatto sia sul microcosmo individuale sia sul macrocosmo ambientale attraverso la riduzione del burden farmacologico, dei dosaggi dei medicinali e delle concentrazioni dei loro principi attivi, facendo tesoro anche delle opportunità offerte dalla Low Dose Medicine.
  • Una Medicina capace di prevenzione primaria e secondaria ed in grado di agire nelle fasi precoci di malattia. 
  • Una Medicina che favorisca il mantenimento del paziente in low disease activity (bassa attività di malattia), una volta portato in remissione. 
  • Una Medicina che consideri che “un’oncia di prevenzione vale una libbra di trattamento”.

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Giornalista, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi attraverso strumenti a mediazione espressiva. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.

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