Femminile: la parità inizia a partire da ciascuno di noi

Un femminile che avanza e una società pronta ad accoglierlo. Sembra essere questo il messaggio che arriva dalla prima edizione di WomenXImpact, andato in scena dal 18 al 20 novembre al FICO Eataly World di Bologna. Era il 25 dicembre 2020 quando si è deciso di dar vita all’evento dedicato alla leadership e all’empowerment femminile: “Non potevo immaginare di ritrovarmi nel bel mezzo di una rivoluzione globale, anticipando un trend che la pandemia ha accelerato – ci confida la fondatrice e managing director Eleonora Rocca -. Molte ragazze mi scrivevano e chiedevano consigli sulla carriera. Ho raccolto il bisogno delle donne di avere role model, per non rimanere ingabbiate in certi schemi”. 

La nostra società si fonda su secoli di patriarcato e di affermazione del principio maschile. Perché oggi più che mai si sente il bisogno di un femminile di valore?

Storicamente il ruolo della donna si è evoluto, ma ci sono troppe situazioni in cui non si dispone delle stesse opportunità che esistono per il genere maschile. Non è retorica, è una visione basata sui fatti e sui dati. Il famoso soffitto di cristallo è reale, molti settori sono ancora a prevalenza maschile. La donna raggiunge ruoli anche prestigiosi, ma oltre sembra non riuscire ad andare. In tutte le alte posizioni di leadership è come se ci fosse un imbuto attraverso cui bisogna passare. Stiamo vivendo un momento particolare anche a fronte della pandemia, in cui c’è una sorta di rivoluzione che le donne sentono di voler fare. Le nuove generazioni non accettano una serie di compromessi, noto nelle ragazze la voglia di affermazione e di rompere certe regole. La generazione di donne adulte, se stimolata da situazioni di rete come può essere il nostro evento, riesce a condividere eventuali frustrazioni vissute. Abbiamo portato tante donne sul palco di WomenXImpact, persone che ce l’hanno fatta, che hanno raggiunto posizioni di leadership, ma in alcuni casi hanno dovuto subire una serie di problematiche e di stop & go. 

Femminile molto spesso nell’immaginario delle persone è femminismo. Come si fa a dare una luce diversa anche nella comunicazione? 

Grazie al femminismo e alle sue rivolte abbiamo conquistato una serie di diritti che per noi oggi sono la normalità. Il senso rivoluzionario del femminismo è corretto, ma non bisogna essere eccessivamente estremisti andando a generare una situazione in cui ci sono donne contro uomini.

Bisogna creare una società in cui la parità inizia da ciascuno di noi. Questa è la chiave dell’empowerment femminile.

Anche sulle quote rosa: sono d’accordo che si debba spingere le persone a ragionare su un determinato argomento ma bisogna che si premino le qualità, le caratteristiche e le competenze di ciascuno. Quello che succede oggi è che, a parità di bravura, in molte situazioni si avvantaggiano gli uomini. C’è ancora il retaggio di pensare che poi la donna faccia famiglia e che sia più ‘sicuro’ mandare avanti l’uomo. Il problema nasce quando donne capaci vogliono fare famiglia e carriera, ma l’ecosistema impone di scegliere. (Qui l’intervista su donne e lavoro).

Donne e lavoro, ci sono delle disparità rispetto agli stipendi, ad esempio. Procedere con il merito e non con il genere: come si fa?

Sono due gli ambiti in cui bisogna agire. Partendo dal basso, bisogna fare molta formazione: le aziende devono imparare a gestire la diversità di genere nel modo corretto. A partire dal colloquio, in cui le domande “Vuoi fare una famiglia?” “Desideri avere figli?” non vanno poste, bisognerebbe essere interessati alle competenze, non alla situazione personale. Grandi aziende cominciano ad avvalersi al proprio interno del Chief diversity officer o del Diversity inclusion manager, cioè quelle figure che sanno come gestire il tema delle diversità. A un livello più alto, servono le leggi. C’è bisogno che si intervenga e che si facciano leggi che offrano condizioni paritarie.

La diversità spesso genera divisione anziché valore.

Eleonora Rocca

C’è un tema di cultura in Italia, che pecca sul discorso unione e supporto. C’è molta voglia da parte delle persone di aggregarsi, quasi più per fare polemica che per realizzare qualcosa insieme. Occorre un cambiamento culturale. 

Creatività, inclusività, empatia. Sono solo alcune delle risorse del femminile. Come si può aiutare donne e uomini ad allenarle? 

La parola chiave è compensazione. Io e il mio compagno, per esempio, siamo amministratori e soci della nostra società. Io rientro nei canoni del femminile e mi dedico alle cose che so fare bene, lui ad altro. Se si crea una situazione di equilibrio tra uomini e donne, si funziona meglio. Il problema non è tanto la diversità, ma trovare il punto di equilibrio per valorizzarla. 

Si parla spesso di leadership femminile. Attualmente, quali sono gli acceleratori e quali le resistenze?

Certamente la donna è leader in maniera diversa rispetto all’uomo, dobbiamo mantenere questa diversità. Le caratteristiche di empatia e di sensibilità e di attenzione all’altro sono valori. Si può essere leader senza perdere la propria femminilità. L’uomo può imparare dalla donna. La leadership gentile e autentica possono essere spunti da prendere. 

Donne per le donne. WomenXImpact non finisce con l’evento di novembre. Come si alimenta la rete? 

Abbiamo fatto tanto lavoro per posizionare l’evento come il summit annuale della nostra community, un momento in cui ci si incontra, ci si carica, si fa sistema, si ha la ‘scossa’ ad agire. Abbiamo lanciato una piattaforma e abbiamo avuto un ottimo riscontro. Abbiamo fatto molto nel dietro le quinte con le ambassador, anche i digital talks sono momenti molto interessanti sui temi di ultima generazione, così come gli eventi live. 

WomenXImpact ha tramite le sue protagoniste un forte valore ispirazionale. Quanto è importante l’esempio?

L’innovazione è figlia della contaminazione e dello scambio. La sociolinguista Vera Gheno ha fatto un video molto commovente che abbiamo mandato in chiusura dell’evento su come percepiamo il fallimento. Per come è strutturata la nostra società facciamo fatica a raccontare esperienze negative. Quando ci si trova in una situazione difficile tendiamo a chiuderci e a pensare che non ne usciremo. Fondamentale è condividere le esperienze: sapere di non essere soli, significa pensare ‘di potercela farcela’. 

Quale l’insight che porta con sé dalla edizione appena passata? 

A livello personale è bellissimo fare impresa sapendo di avere anche un impatto sociale e sulla vita delle persone. 

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Giornalista, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi attraverso strumenti a mediazione espressiva. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.

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