Kyriakos Kotsoglo

Creta: più ‘energia’ a un turismo consapevole

Cordiale, gentile, misteriosa, antica: Creta accoglie il visitatore e lo circonda con un abbraccio caldo, in cui natura, cultura e storia si intrecciano. A Creta il labirinto di Cnosso ricorda con il mito di Arianna una delle più fiorenti civiltà nate oltre 4.000 anni fa, origine dello sviluppo della cultura Europea occidentale. Colonia della Repubblica di Venezia dal 1212 al 1669, nel corso dei secoli e dei millenni un filo rosso lega le radici e la storia del nostro Paese con quelle di Creta. Situata a sud est del mare Egeo e a nord del mare Libico, l’isola ha un cuore verde pulsante: l’energia è prodotta localmente grazie al lavoro di tre centrali termoelettriche, a gasolio combustibile e diesel. Gli impianti dienergia rinnovabile presenti coprono il 20-24% del fabbisogno energetico annuale. Ogni anno milioni di visitatori scoprono le meraviglie del territorio. Un turismo che deve diventare più consapevole, come racconta Kyriakos Kotsoglou, vicepresidente della Regione Creta e assessore al turismo e alla digitalizzazione: “Molti luoghi naturalistici e spiagge sono sfruttati, occorre pensare a forme alternative di turismo. Offriamo ospitalità con il cuore, perché fa parte del nostro dna”.

La Grecia è uscita ufficialmente dal regime di sorveglianza economica rafforzata disposto dall’Unione Europea. Che cosa significa questo per il Paese? 

Ci sono due risposte, una teorica e un’altra pratica. Teoricamente per il nostro Paese l’uscita dal regime di sorveglianza economica significa più credibilità sui mercati finanziari, con tutti gli aspetti positivi che questo comporta, per il debito pubblico e in generale per l’economia.

In realtà già 20 anni fa, ancora prima di fare parte dell’euro, si è ritenuto che la Grecia potesse essere un pericolo per l’Eurozona, nonostante la sua gente rappresentasse solo il 3% della popolazione europea e il 2% dell’economia. Siamo passati attraverso una crisi non indifferente, considerando che alcuni leader europei, finito il mandato politico, hanno ammesso di essere stati ingiusti con la Grecia.

In ogni caso è un buon segnale il fatto che la nazione sia uscita dallo spazio di osservazione e, anche se reputo questo sistema non meritocratico, mi dichiaro fiero europeo mediterraneo greco e cretese.

Intanto in questi anni si sono manifestate nuove emergenze e criticità a livello globale: dal covid alla guerra. Il Paese come fa appello alla sua resilienza? 

Con il covid abbiamo affrontato situazioni mai vissute prima da noi, se non secoli fa. Siamo un paese piccolo e questo è stato un vantaggio.
In ogni caso, con il lockdown abbiamo evitato migliaia di morti e fortunatamente ci stiamo allontanando dalla minaccia di coronavirus.
Contemporaneamente la pandemia ha creato una collaborazione mondiale tra gli Stati. Attualmente viviamo una instabilità sanitaria, economica ed energetica e questo ci preoccupa. Non so se ci siano molti spazi per la pace e questo mette a un secondo livello la minaccia del cambiamento climatico. L’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale ha vissuto giorni buoni e ci auguriamo tornino presto.

In riferimento all’isola di Creta quale momento sta vivendo attualmente da un punto di vista economico e sociale?

Anche se gli ultimi 2 anni sono stati complicati, il 2022 ha portato normalità. Creta e l’Egeo del Sud sono un altro mondo rispetto anche al resto della Grecia: il 50% del PIL deriva dal turismo e l’economia è legata molto all’andamento della stagione estiva.

Creta è un’isola che conta su un sistema di approvvigionamento autarchico, ci racconta?

Creta con 320 giorni di sole all’anno può definirsi un paradiso per le forme di energia rinnovabili, però ci dovrebbe essere anche un limite: non tutte le montagne si possono riempire di parchi eolici.

Come si propone e si posiziona Creta nell’ambito del turismo internazionale? 

Contiamo ogni anno circa 6 milioni di visitatori, 10 volte la popolazione dell’isola, un turismo che rappresenta il 20 per cento dei visitatori di tutta la Grecia.

Sitia, Creta

Creta contribuisce per natura, cultura, storia e gastronomia a forme alternative di turismo. 

Conciliare la storia e la natura dell’isola con un tipo di turismo sostenibile, in che modo? 

Non posso dirmi soddisfatto, anche se la discussione per la sostenibilità è cominciata, non si sono fatti passi importanti.

Spiagge e luoghi naturalistici vengono vissuti con poca consapevolezza, soffrono dell’ iper-turismo. Creta deve trovare un equilibrio tra la costa e l’entroterra, tra il Nord molto sfruttato e il Sud ancora incontaminato. Occorre valorizzare forme alternative di turismo.

Creta è un cuore green nel cuore del Mediterraneo. Qual è il percorso che l’isola sta compiendo in questo senso? 

Creta è divisa anche a questo livello. Chania e Rethimno sono molto boschivi in una percentuale del 60%, mentre la zona Est dell’isola, più aspra, assomiglia molto alle isole dell’Egeo.


Dobbiamo pensare che queste terre non le abbiamo ereditate dai nostri nonni, ma che le abbiamo avute in prestito dai nostri figli.

La storia che lega la Grecia, e in particolare Creta con la cultura minoica, all’Italia affonda le sue radici nell’antichità. Come rinsaldare questo legame? 

Le città metropolitane di Creta hanno caratteristiche veneziane, Heraklion e Chania hanno un’urbanizzazione italiana dovuta alla dominazione dei veneziani.

Come è possibile vedere un tocco di Grecia nel Sud dell’Italia, così ci sono città a Creta che hanno un profumo italiano.

Il dialogo tra i due Paesi dura da 2500 anni, dobbiamo continuare a portarlo avanti con gemellaggi, scambi culturali tra associazioni, iniziative comuni. In Italia noi ci sentiamo a casa, parliamo e salutiamo la gente, scriviamo comuni iniziative di vita. 

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Giornalista, consulente alla comunicazione positiva e allo sviluppo individuale e dei gruppi attraverso strumenti a mediazione espressiva. 20 anni di esperienza in comunicazione aziendale.

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