Vivere contemporaneità ed antichità a Pompei con il film dell’artista egiziano Wael Shawky

Il 12 maggio 2023, dalle ore 20.00, il Teatro Piccolo “Odeion” – uno dei teatri all’interno dell’area del Parco Archeologico di Pompei (qui il link) – ospiterà l’anteprima internazionale della nuova opera filmica dell’artista egiziano Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) I Am Hymns of the New Temples- أنا تراتیل المعابد الجدیدة. 

La proiezione del film sarà introdotta da una conversazione fra l’artista, Andrea Viliani, curatore del progetto, e Carolyn Christov Bakargiev – Direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli-Torino – introdotti da Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei.

Sabato 13 e domenica 14 maggio 2023 le proiezioni saranno aperte al pubblico.

Valorizzare la contemporaneità del patrimonio archeologico italiano e internazionale

La produzione dell’opera – vincitrice del bando PAC – Piano per l’Arte Contemporanea 2020 promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea – è il risultato della collaborazione fra il Ministero della Cultura e il Parco Archeologico di Pompei nel contesto del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche, co-ideato da Massimo Osanna e Andrea VilianiI Am Hymns of the New Temples rappresenta la prima opera prodotta nel contesto di questo programma dedicato alla formazione della collezione d’arte contemporanea del Parco Archeologico di Pompei, sito archeologico che si dota di un programma di lungo termine e di una collezione che valorizzano e divulgano la contemporaneità dei temi e dei valori espressi dal patrimonio archeologico italiano e internazionale.

Un film che svela meccanismi narrativi antichi e contemporanei

Narratore di processi conoscitivi ed espressivi sospesi fra il documentabile e l’immaginabile, Wael Shawky esplora i modi in cui sono state scritte e raccontate le storie e analizza come esse abbiano modellato anche la realtà storica. Nelle sue opere – in cui si articolano film, disegno, pittura, scultura, installazione, performance e regia teatrale, sempre risultato di una ricerca sulle fonti storiche e letterarie – Shawky ci predispone a una posizione di consapevolezza nei confronti dei meccanismi narrativi, antichi e contemporanei, con cui sono stati interpretati e trasmessi i fatti storici, sociali e culturali e, attraversando spazio e tempo, evoca una dimensione al contempo fattuale e immaginaria della storia e della società, come se esse non fossero  definibili una volta e per sempre, o da un solo punto di vista.

Girata nell’estate del 2022 fra le rovine dell’antica città di Pompei, colpita dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dc, la nuova opera filmica di Shawky mostra ciò che affiora alle soglie fra le diverse culture che rendono Pompei un vero e proprio teatro di narrazioni differenti ma inevitabilmente connesse. Basando la sua narrazione sulla mitologia greco-romana, e raccontandone le sovrapposizioni con gli antichi culti egizi, Shawky rimette in scena le stratificazioni delle narrazioni antiche, e come esse abbiano contribuito a riplasmare le relazioni fra storia e mito nella proliferazione delle loro ulteriori versioni. Già fonte di meraviglia per il moderno Grand Tour occidentale e oggetto di continue scoperte a partire dalla sua riscoperta nel 1748, ancora oggi in corso, i resti archeologici pompeiani sono un ecosistema tanto culturale quanto naturale disponibile alla metamorfosi e all’interpretazione, un multiverso di potenzialità tanto narrative quanto storiche e, quindi, anche la testimonianza della complessa stratificazione delle culture e delle nature mediterranee: cogliendo le tracce di queste iconografie sincretiche e multispecie, Shawky ha individuato il set mobile della sua opera filmica spostandosi fra i Praedia di Giulia Felice, la Casa del Frutteto, l’Odeion, la Necropoli di Porta Nocera e la Basilica, il Tempio di Vespasiano (Genius Augusti) e il Tempio di Iside.

Istituzione partner per la valorizzazione internazionale dell’opera è il LaM-Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain, d’art brut. Hanno inoltre collaborato alla realizzazione dell’opera anche altre due seguenti istituzioni italiane, Fondazione Teatro di San Carlo Accademia di Belle Arti di Napoli, con il supporto di Galleria Lia Rumma, Milano/ Napoli.

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