Gratitudine e Intelligenza Diffusa

Gratitudine e Intelligenza Diffusa, saranno questi i concetti, un po’ dimenticati e poco conosciuti, la nostra guida nel nuovo mondo che ci aspetta.

L’occasione per una riflessione è stata offerta dall’OBE Summit 2020, l’organismo che studia e promuove la diffusione sul mercato italiano del ‘branded content & entertainment’ come leva strategica per la comunicazione e si ripropone di promuovere la ‘crescita sana’.

Tra i tanti i testimonial della industry a confronto sul palco di OBE Summit 2020, Oscar di Montigny, Chief Innovability and Value Strategy Officer di Banca Mediolanum, e Ceo di Ominicom Media Group Marco Girelli lanciano le sfide al mercato e alle aziende per provare a cambiare, perché la gente oramai lo pretende. 

Gratitudine

L’invito di Oscar di Montigny è semplicemente di essere grati. Trasmettere e suscitare gratitudine negli altri ci consentirà di costruire nuovi modelli sociali, culturali e di business. 

La Gratitudine porta alla coopetizione, che coniuga le caratteristiche di competizione e cooperazione per salvaguardare l’interesse generale. 
La Gratitudine è l’anima dell’innovazione. 

La sfida per Oscar di Montigny è proprio quella di ridurre il nostro impatto sul mondo e di essere capaci di ri-orientare ogni singola nostra azione al bene collettivo. 
“Trust, responsabilità sociale d’impresa, trasparenza, fiducia sono tematiche già superate – afferma Oscar di Montigny -. Oggi abbiamo bisogno di ragionare sulle condizioni di ripartenza necessaria perché ci sia un rapporto: con le community di stakeholder o shareholder di un’azienda, fra domanda e offerta, con il mercato verso il quale un brand si propone.La provocazione è Gratitudine: memorie di un beneficio ricevuto e prontezza a dimostralo, che nel marketing corrispondono a brand awarness e word of mouth. Due leve che consentono alle aziende di sopravvivere. 
Il lockdown ci ha portato in dote la consapevolezza. Abbiamo la possibilità di farci nuove domande sul senso di responsabilità. 
Credo fermamente che oggi le aziende debbano farsi carico di questa fetta di responsabilità”. 

Ma come si fa a diventare un GratefulBrand. Come si fa a generare Gratitudine?

“I mistici definiscono la Gratitudine la memoria del cuore. 
La poetessa Maya Angelou diceva: “Ho imparato che le persone possono dimenticareciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”. 

Chi non cerca gratitudine sarà costretto a prostituirsi costantemente – sottolinea di Montigny -. La gratitudine è per sempre, è lealtà e fedeltà. 
La Gratitudine è materia rara oggi. 
Non dobbiamo creare condizioni artificiosi per essere scelti a svantaggio di altri. 
Non basta più fare storytelling, ci vuole lo storydoing o lo storymaking. 
Le storie non vanno solo raccontate ma dimostrate nei fatti. 

E’ tempo dello story being. Ci vogliono la volontà e il coraggio di entrare per primi in questo territorio, e il ruolo della comunicazione è dare un nuovo orientamento al sistema.

Questa è umanità, il resto è business. 
Ora responsabilità sociale d’impresa e professionale devono decidere da che parte stare”. 

Intelligenza Diffusa 

Un cambio di mindset. Strutture organizzative più flessibili e modulari. 

Un modello che si ispira all’organizzazione delle piante e all’intelligenza diffusa. Un approccio più sostenibile e organizzazioni meno gerarchiche. E’ questa la via indicata da Marco Girelli, Ceo di Ominicom Media Group.

“La gente ci chiede cosa stiamo facendo per migliorare il mondo. E non lo chiede tanto per chiedere, ma vuole risposte concrete. Le persone pretendono azioni dalle aziende. Il purpose deve essere azione e non è più procrastinabile”

Senza giri di parole Marco Girelli dal palco di Obe Summit 2020 va dritto al nocciolo della questione: provare a interrogarsi su modelli alternativi di organizzazione, sviluppo, comunicazione, distribuzione della conoscenza e dell’informazione. 

E rilancia: “Il potere decisionale è concentrato nelle mani di alcune persone che non hanno nessuna relazione con il mondo reale. Persone che non sono capaci di ascoltare e non tengono conto delle radici delle persone. Le nostre organizzazioni sono insopportabili e inaccettabili. Sono lente e burocratiche, contrarie a tutto ciò che la digitalizzazione ci ha insegnato. Una distribuzione ‘orizzontale’ delle responsabilità potrebbe rappresentare una risposta.

La gente non vuole più una ‘second life’, vuole essere riconosciuta, e non discriminata. Le discriminazioni sono tante, non solo per il colore della pelle, ma anche per la malattia o per la disabilità. Dobbiamo darci delle nuove prospettive. 

Agenzie e clienti dovrebbero parlare insieme di queste cose, perché una svolta, un cambiamento è ineluttabile se vogliamo avere un futuro”.

Un cambio di prospettiva suggerito anche da Stefano Mancuso, Professore Ordinario presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze.

Il professor Mancuso invita a ispirarsi al mondo vegetale partendo da un semplice dato:la biomassa dei vegetali rappresenta l’85% della Terra, quella degli animali e degli esseri umani solo lo 0,3%.
“L’organizzazione delle piante è completamente diversa da quella animale e umana. Le nostre organizzazioni civili, sociali o politiche sono costruite secondo un’organigramma. Il vantaggio dato da questo tipo di strutture sono la velocità nel dare risposte. Ma spesso questo vantaggio di rapidità viene a mancare per i filtri della burocrazia. Allora quelle organizzazioni non hanno più ragion d’essere. Sono fragili e le meno adatte a prendere decisioni su problemi che hanno natura locale. Al contrario le piante sono sono molto più rapide e intelligenti degli esseri umani nel trovare la soluzione corretta al problema. L’organizzazione delle piante è per sua natura un’organizzazione basata sull’intelligenza diffusa. Le piante non agiscono seguendo le organizzazioni gerarchiche umane, fondate su centri di comando e funzioni che dall’alto si propagano verso il basso, ma cooperano attraverso un modello diffuso e decentralizzato. 
In natura le decisoni prese dai gruppi sono sempre migliori rispetto le decisioni prese dal miglior del gruppo”. 

Qui il link per rivedere il talk: http://summit2020.osservatoriobe.com/live-streaming/

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