Ivan Mazzoleni

Proattivi e responsabili verso il futuro: i giovani secondo Flowe

Un giovane su 2 dichiara peggiorata la propria condizione e 1 su 4 è preoccupato per il proprio lavoro più di ogni altra cosa, tanto che in molti si vedono costretti ad accettare posizioni lavorative non alla loro altezza o a emigrare all’estero. Aumentano paura e pessimismo tra i giovani italiani in una società resa ancor più critica e negativa dalla crisi generale seguita alla diffusione del Covid-19. Questo il quadro delineato dal nuovo Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe, società benefit del Gruppo Bancario Mediolanum che mira a educare i giovani sui temi dell’innovazione e della sostenibilità economica, sociale e ambientale. La ricerca, condotta da AstraRicerche, si concentra sul futuro post-covid visto con gli occhi dei ragazzi, che raccontano le proprie paure, preoccupazioni e speranze.

Il futuro è avvertito dai giovani come incerto, ma resta ferma per loro l’importanza del mondo lavorativo: il 47,9% considera il lavoro come l’aspetto prioritario per il proprio futuro, superiore anche all’importanza data ad amici (45,4%) e famiglia (44,9%). La disillusione verso la società italiana e lo scoraggiamento verso il mondo del lavoro, avvertito come problematico, complesso, non aperto a sufficienza ai giovani e alle loro esigenze sono forti: 2 ragazzi su 3 dicono di dover accettare lavori non all’altezza (64,4%) e di vedere la scelta del lavoro all’estero come una necessità (62,7%), mentre 1 giovane su 3, nonostante sia abituato a prefiggersi obiettivi per il proprio futuro, non è convinto delle scelte che ha fatto per raggiungerli.

Circa la metà degli intervistati (44,8%) dichiara che la situazione è peggiorata rispetto al 2019 (per il 12,2% è, addirittura, molto peggiorata) e prevale un sentiment negativo, con alto pessimismo (40% rispetto al 33% di ottimismo) e paura (38,6% rispetto al 31,8% di serenità), che i ragazzi associano alla crisi economica, sanitaria e sociale derivata dalla pandemia.

L’80,8% degli intervistati si dichiara preoccupato per il futuro del mondo (il 42,6% è molto preoccupato), il 66,4% è preoccupato per il proprio futuro (22% molto preoccupato) e il 54,2% è preoccupato per il futuro della famiglia (15,6% molto preoccupato). Emergono come impattanti a livello personale i problemi economici e di lavoro (25,6%), seguiti, al secondo, posto, dalla salute (15,8%) e, al terzo posto, dalle ricadute psicologiche del Covid-19 (ansia, depressione e solitudine: preoccupazione per il 10,6% degli intervistati). 

Allargando lo sguardo a una sfera più generale, i problemi più sentiti sono la crisi economico-finanziaria internazionale (per il 77,1), il cambiamento dell’economia mondiale (peggiorati secondo il 72,8%), la debolezza o l’assenza di relazioni e la solitudine (70,5%), la salute (61,6%) e l’ambiente (55,7%). 

“Lavoro, economia, situazione finanziaria: sono i temi tipici dell’età adulta a preoccupare i più giovani, segno che i ragazzi sono consapevoli, informati, interessati al proprio futuro – spiega Ivan Mazzoleni, ceo di Flowe -. La crisi seguita al Covid-19 ha comportato un incremento della sensibilità dei giovani, ancora più attenti di prima al mondo che li circonda, inteso come società, ma anche come Pianeta, tanto che è la salute dell’ecosistema una delle priorità da loro indicate”.

Alle preoccupazioni non si associa però scoraggiamento e i ragazzi non sembrano disposti ad arrendersi, ma avvertono il futuro come una propria responsabilità: il 71,9% degli intervistati credono, infatti, che la qualità della vita che li attende dipenda da sé, dalle proprie scelte e dal proprio impegno (il 26,1% solo da sé stessi e il 45,7% principalmente da sé stessi e solo il 6,7% è convinto che dipenda invece da altri) sono pronti ad agire in prima persona per migliorare l’avvenire (il 47,2% evidenzia spirito attivo e proattivo rispetto al 22,6% di passività). La speranza sembra però emergere maggiormente quando si pensa ad un futuro a lungo termine come a dire che superata la crisi tornerà il ‘sereno’ nelle nostre vite: pensando al futuro fra 5 anni, infatti, l’ottimismo prevale sul pessimismo (38,8% vs 33,0%) così come la serenità sulla paura (36,8% vs 31,8%). 

Secondo i giovani i singoli cittadini possono comunque impegnarsi personalmente per affrontare il problema della disoccupazione, principalmente attraverso la formazione (scolastica per il 41,6%, continuativa e specializzante per il 59,5%). Per il 64,4% degli intervistati tutti sono, inoltre, chiamati ad essere responsabili e ad affrontare le problematiche ambientali: attraverso la raccolta differenziata, ma anche cercando di limitare gli sprechi di elettricità (64,4%) e di acqua (59%), facendo acquisti ecologici (45,4%), preferendo prodotti di aziende attente all’ambiente (32,4%) e spostandosi con i mezzi pubblici (36,6%).

La ricerca Flowe offre così uno spaccato polarizzato, che illustra, da un lato, la propositività di giovani che vogliono farsi artefici del proprio destino e, dall’altro, la fragilità di ragazzi che avvertono la necessità di guide e sostegni purtroppo difficili da trovare in un mondo sempre più provato da crisi economiche, sociali, ambientali. Flowe indaga così le reali esigenze dei ragazzi e si propone come partner nel loro percorso di crescita, incentivando la loro progressiva assunzione di responsabilità.

“I ragazzi di oggi sono consapevoli e proattivi, ma necessitano di strumenti per orientarsi nella società di oggi. Noi di Flowe abbiamo messo in atto e implementeremo azioni che possono aiutarli a sviluppare un potenziale che è già in loro; a mettere in pratica, con azioni concrete, ideali altrimenti astratti; a migliorare le proprie capacità grazie al dialogo con esperti di svariati settori; a costruire, passo dopo passo, il futuro che desiderano, le criticità”, conclude Ivan Mazzoleni.

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