Mappa dell’Intolleranza 2022: l’odio online colpisce di più le donne e i disabili

L’odio online si radicalizza, si fa più intenso, più polarizzato. Tra le categorie più colpite, le donne ancora al primo posto, seguite dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali, tornate, dopo anni, nel centro del mirino. E’ quanto emerge dalla Mappa dell’Intolleranza 7, il progetto, voluto e coordinato da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza- Università di Roma e IT’S TIME dell’Università Cattolica di Milano.
Con un format innovativo e impattante che utilizza infografiche, video e mappe che consentono una lettura immediata dei dati, la Mappa dell’Intolleranza, ideata dall’agenzia Network Comunicazione, è uno strumento utile e significativo dei nuovi filoni narrativi basati su problematiche legate all’inclusione.

La mappatura consente l’estrazione e la geolocalizzazione dei tweet che contengono parole considerate sensibili e mira a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa secondo 6 gruppi: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani – cercando di rilevare il sentimento che anima le communities online, ritenute significative per la garanzia di anonimato che spesso offrono e per l’interattività che garantiscono.

I risultati: al primo posto tweet contro le donne

Da gennaio a ottobre 2022, sono stati estratti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi (il 93% circa vs. 7% positivi), nel 2021 invece sono stati estratti 797.326 tweet dei quali 550.277 negativi (il 69% circa vs. 31% positivi).

Nel 2022 al primo posto svettano le donne (43,21%), seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%). A fronte di un 2021, che vedeva una diversa distribuzione: donne (43,70%,), seguite da islamici (19,57%), persone con disabilità (16,43%), ebrei (7,60%), persone omosessuali (7,09%) e migranti (5,61%).

Analizzando i dati dei singoli cluster, un altro elemento significativo che emerge è che, come accennato, in tutti i cluster la percentuale di tweet negativi è più alta rispetto alla percentuale di tweet positivi (disabili: 98,8% negativi vs. 1,2% positivi; omosessuali: 94,1% negativi vs. 5,9% positivi; ebrei: 97,7% negativi vs. 2,3% positivi; donne: 89,9% negativi vs. 10,1% positivi; islamici: 99,9% negativi vs. 0,1% positivi; xenofobia: 79,2% negativi vs. 20,8% positivi).

Leggi anche: Mappa dell’Intolleranza: sui social cala l’odio, ma si radicalizza

I picchi di odio

In generale, i picchi più alti di odio si sono avuti:

Contro le donne, in occasione dell’elezione di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio e della sua scelta di usare il maschile per il suo titolo. Drammatica, la concomitanza dei picchi d’odio con i femminicidi, come purtroppo le rilevazioni della Mappa dell’Intolleranza evidenziano da anni.

Contro le persone con disabilità, in concomitanza con un’omelia di papa Francesco che invitava a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva. E in seguito alla notizia di un taxista veronese, rifiutatosi di prendere a bordo un disabile.

• Nei riguardi delle persone omosessuali, in occasione del monologo di Checco Zalone al festival di Sanremo, che ha raccontato una favola LGBTQ, e in generale in concomitanza con aggressioni omofobe.

• Contro i migranti, in occasione degli sbarchi e dei discorsi di papa Francesco improntati all’accoglienza e all’inclusione.

• Contro gli ebrei, in occasione della Giornata della Memoria e ogni qualvolta si verifichino aggressioni contro ebrei, di stampo antisemita.

• Contro i musulmani, in occasione della sentenza per l’attentato a Parigi al Bataclan e dell’uccisione in Siria da parte degli americani di due dirigenti dell’Isis.

La distribuzione geografica dei Tweet di odio

Le maggiori concentrazioni di discorsi d’odio e discriminatori si sono registrate:

Antisemitismo: Nord Italia e nel Lazio.

Islamofobia: Piemonte, Nord Est ed Emilia.

Misoginia: Centro Nord, Centro e Centro Sud. In particolare, Bologna, Terni, Roma, Caserta.

Omofobia: Tutto il Nord e soprattutto nel veronese, Calabria.

Xenofobia: Nord Est e alto Lazio, con forte concentrazione a Roma. Puglia.

Disabilità: Nord Ovest, Emilia e Toscana.

La Mappa dell’Intolleranza

La Mappa dell’intolleranza è un progetto pensato per amministrazioni locali, scuole, associazioni che lavorano sul territorio. Per chiunque abbia bisogno di strumenti adeguati e mezzi di interpretazione di realtà sempre meno codificabili, per combattere l’odio e l’intolleranza. Per chiunque pensi che tutti noi abbiamo bisogno di nutrire la cultura del dialogo.

La Mappa dell’Intolleranza si è rivelata anche un utilissimo vettore per individuare e combattere i fenomeni di cyberbullismo, perché dimostra ancora una volta come i social media diventino un veicolo privilegiato di incitamento all’intolleranza e all’odio verso gruppi minoritari, data la correlazione sempre più significativa tra il ricorso a un certo tipo di linguaggio e la presenza di episodi di violenza.

“Monitorare, conoscere, raccontare”, spiega Silvia Brena partner e founder di NC. “Il progetto Mappa dell’Intolleranza è uno strumento utile e innovativo, che abbiamo creato con tre finalità: lavorare a supporto di associazioni ed enti di ricerca impegnati su uno dei temi nevralgici del momento; affrontare un tema delicato con un approccio multidisciplinare (vi hanno lavorato insieme a noi psicologi, sociologi, giuristi, informatici, giornalisti); costruire narrazioni forti e alternative per contrastare l’odio online (narrazioni che abbiamo sviluppato con studenti e giovani). Infine, gli studi che abbiamo affrontato nel dar vita alla Mappa si sono rivelati utilissimi anche per creare percorsi di inclusione basati sulla possibilità di superare gli stereotipi per quanto riguarda le popolazioni aziendali”.

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