Economia circolare e crowdfunding: da Biova Project la birra che ricicla il pane

Una birra un po’ sapida che fa bene all’ambiente, all’economia e alle persone. È il primo prodotto di Biova Project, startup impegnata nel contrasto allo spreco alimentare favorendo un’economia circolare che, dal pane invenduto, realizza una birra artigianale di alta qualità. Primo di una serie di prodotti che la società guidata dal CEO Franco Dipietro intende portare sul mercato, avvalendosi anche di una campagna di crowdfunding, attiva sulla piattaforma di Backtowork.
“Abbiamo due obiettivi – spiega attraverso la piattaforma Dipietro -: uno minimo, di 50 mila euro, che ci permetterebbe di rafforzare un po’ il nostro marketing. Ovviamente il nostro è un progetto che va raccontato: solo raccontandolo raggiunge una sua efficacia. L’obiettivo successivo, quello dei 300.000 euro, ci permetterebbe di aprire un nuovo centro di lavorazione e trattamento dello scarto del pane in una nuova zona e, quindi, effettivamente allargare, diciamo scalare, la nostra possibilità di recupero e di produzione. Per nostra natura abbiamo un target B2B, perché chiaramente ci rivolgiamo a quelli che hanno uno spreco da abbattere, non tanto il singolo consumatore che di per sé non è responsabile dello spreco di pane. Il vero spreco di pane si verifica infatti sull’invenduto ed è per questo che principalmente andiamo a targetizzare i nostri clienti che sono nel B2B. Questi poi diventano nostri distributori-ambasciatori e loro parlano al B2C”. 
Ad esempio, Unes, che vende la birra di Biova Project con una torre in mezzo all’isola del pane e una comunicazione sul banco dello stesso che dice “noi qui non sprechiamo il pane”. Sull’etichetta – oltre al marchio – è indicata la provenienza del pane recuperato.

Non di solo pane e birra…

Oggi Biova Project trasforma il pane, che è uno scarto inevitabile: 13.000 quintali al giorno, in Italia. Per realizzare 2.500 litri di birra, “riusciamo a non utilizzare nella fase dell’ammostamento oltre 200 chili di malto d’orzo, perché vengono sostituiti da 150 chili di pane. Una materia che andrebbe buttata via va quindi a sostituirne una ad altissimo impatto ambientale”, aggiunge il ceo. 
L’obiettivo in prospettiva è però quello di trasformare lo scarto alimentare in genere e trasformarlo in qualcosa di nuovo. Biova vuole lavorare nella food innovation, per creare un’economia circolare all’interno del mondo alimentare, abbattendo gli sprechi e permettendo una riduzione di utilizzo di materia prima, per essere maggiormente sostenibili nel nostro futuro.

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