Accompagnare persone con disabilità intellettiva nel mondo del lavoro, nel rispetto delle personali possibilità e capacità, aiutandole a interiorizzare competenze trasversali che servono in qualunque contesto lavorativo. Questo è il principale obiettivo di Fiori all’Occhiello, un progetto di Fondazione La Comune, che nasce con l’intento di portare giovani con disabilità intellettiva verso la conquista dell’autonomia.
Il progetto parte nel 2021 con l’apertura di un negozio di fiori, chiamato appunto ‘Fiori all’Occhiello’, situato in via Adige 6 a Milano, curato da giovani che presentano varie forme disabilità intellettiva, a cui se ne aggiunge, poi, un altro in via Trivulzio 20. Il personale dei negozi è composto da professionisti con esperienza nel settore che lavorano fianco a fianco dei giovani per dare vita a una straordinaria avventura. Il negozio, oltre alla vendita di piante e fiori (acquistabili anche online), offre diversi servizi, rivolti sia ai privati che alle aziende, dalla creazione di composizioni floreali per ogni occasione alla manutenzione del verde di interni e esterni, passando per l’allestimento e la manutenzione di balconi e terrazzi, la fornitura del verde per uffici, alberghi e ristoranti, la realizzazione di catering floreali per aziende e privati, la fornitura di fiori per banchetti solidali del terzo settore, o la realizzazione di orti didattici presso le scuole.
Quella che viene fornita, però, non è una formazione legata solamente la mondo del verde, è molto di più: ai ragazzi, infatti viene offerta la possibilità di imparare competenze utili in qualsiasi ambito lavorativo. Dal 18 maggio, infine, la Fondazione La Comune ha un suo giardino di proprietà, dove potere fare autonomamente formazione e costruire l’inclusione.
La parola a Valentina Mari, disability manager e responsabile di Fiori all’Occhiello.
Come nasce il progetto di Fiori all’Occhiello?
La fondazione La Comune nasce con l’obiettivo di accompagnare giovani con disabilità intellettiva verso la vita adulta. Poco prima dello scoppio del Covid, abbiamo sentito l’esigenza di aiutare a trovare un’occupazione per alcuni dei nostri assistiti che vivevano autonomamente, ma non erano indipendenti economicamente. La pandemia, però, ha messo in crisi il mercato del lavoro… Abbiamo quindi preso in gestione una serra e abbiamo fatto partire dei tirocini per instradarli al lavoro. Perché scegliere l’ambito del verde? Perché se ci si prende cura di una pianta e la pianta muore è immediato capire che si è responsabili direttamente dell’esito negativo, quindi l’ingaggio è più forte perché c’è una connessione diretta fra quello che si deve fare e il risultato ottenuto. Essendo però la serra all’interno di una struttura socio-sanitaria, non c’era il contatto con la società esterna; da qui è nata l’idea di fare partire il tirocinio e rendere l’attività sostenibile, vendendo le piante prodotte. Nasce così, nel 2021, il primo nostro negozio, in via Adige 6, a cui si è aggiunto quello aperto recentemente in via Trivulzio 20. Per ognuno dei giovani presi in tirocinio abbiamo cercato di trovare il posto giusto all’interno delle varie attività del negozio, in modo che potesse dare il meglio di sé: c’è chi è più adatto a stare alle vendite, chi invece in serra, chi a fare manutenzione o lavori con le scuole. Il risultato è che sono stati assunti nei nostri negozi cinque di questi ragazzi.
L’apertura del negozio ci ha dato molta visibilità, quindi molte famiglie ci hanno chiesto per i propri figli con disabilità intellettiva un percorso simile. Abbiamo quindi deciso di avviare un progetto di formazione in assetto lavorativo, dando avvio, nella struttura Il giardino del loto, a Cornaredo, a corsi di formazione tuttora in corso. L’obiettivo di queste attività non è solo aiutare i ragazzi ad acquisire competenze legate al verde, ma anche a interiorizzare le competenze trasversali che servono in qualunque contesto lavorativo: dal contatto con un pubblico all’organizzazione del lavoro, dalla puntualità al rispetto delle regole e del contesto, così come dalla gestione delle relazioni con colleghi e superiori.
Ad oggi sono stati formati una trentina di giovani dai nostri giardinieri e di tutte queste persone in formazione abbiamo avuto risultati importanti: 12 hanno seguito tirocini retribuiti, 2 sono stati assunti da noi e altri 2 da altre realtà, e sono partiti altri due tirocini con realtà esterne con cui abbiamo creato connessioni, non solo nell’ambito del verde.
“Il settore verde mi piace: è bello lavorare a terra, vedere i frutti che ti può dare. E poi anche la sua varietà: non vuol dire soltanto andare in un campo e coltivare, ma può anche voler dire lavorare in un negozio di piante e fiori (come sto facendo attualmente). Per il futuro punto a diventare più autonomo. Attualmente c’è una persona che mi segue nei negozi, mi accompagna insegnandomi come si parla con il cliente. Ho già imparato, per esempio, a gestire la cassa; le piante, già di mio le sapevo mantenere. Poi ci sono una serie di cose che devo affinare, come anche prendere gli ordini dei clienti quando arrivando in negozio o quando chiamano il numero di telefono, per esempio.”
Pietro, assunto nel negozio di via Adige
Poi, a metà maggio, avete inaugurato un vostro giardino ….
Esatto. L’ultimo importante passo è stato l’acquisto del terreno del Giardino di Loto, che era stato messo in vendita, e dove abbiamo inaugurato il 18 maggio il Giardino di Fondazione La Comune (vedi box in fondo alla pagina). In questo modo riusciamo sia a produrre che a vendere i fiori nei nostri negozi all’ingrosso ai fioristi sul territorio, ma si chiude anche il cerchio di avvicinamento al mondo del lavoro: c’è chi viene al nostro giardino solo per fare attività legate alla socialità, ma c’è anche chi invece si sta formando con i nostri educatori e giardinieri, con un impegno quotidiano più costante, e poi chi è in tirocinio e chi è stato assunto. È insomma un ciclo completo e virtuoso nello stesso luogo dove ognuno è stimolato da quello che vede fare dagli altri.
Quanto è importante che ci siano realtà come la vostra? E quanto il nostro Paese è pronto ad accogliere ragazzi disabili intellettivi nel mondo del lavoro?
È ovviamente fondamentale, soprattutto perché fra gli obiettivi di Fiori all’Occhiello c’è anche quello di accompagnare anche realtà del mondo profit verso una maggiore attenzione e sensibilità al tema dell’inclusione. In quanto disability manager, la mia finalità è creare un ponte con le aziende, aiutandole a gestire la tematica della diversità e accompagnarle a rendere il loro contesto davvero inclusivo, cambiando la propria prospettiva. Non si può sperare di avere risultati positivi pensando di integrare un disabile senza modificare il contesto sotto molti aspetti: dalla struttura alle procedure alle modalità di interazione, all’attenzione alla persona. Quello che cerchiamo di fare capire è che questo percorso alla lunga porta un vantaggio per tutti, non solo alla persona con disabilità, ma anche all’azienda che diventa più elastica e competitiva.
Cosa si può fare affinché la società diventi davvero più inclusiva, al di là delle parole?
Si deve cambiare il punto di vista sulla disabilità. Sul fronte legislativo si sta già andando in questa direzione: prima la disabilità era assimilata all’assistenza, a una ‘sfortuna’ da compensare, mentre oggi non si dice più ‘disabile’, ma ‘ persona con disabilità’, mettendo al centro prima la persona. La disabilità, poi, non è più vista come sinonimo di malattia, ma come le difficoltà che si incontrano davanti alle barriere circostanti, fisiche e culturali. Bisogna quindi tradurre questo cambiamento in realtà, trasformando la percezione di questo aspetto da ‘problema’ a risorsa. Non ci si può aspettare che sia la persona con disabilità ad adattarsi, ma bisogna rendere il contesto accogliente e inclusivo, creando anche degli strumenti che li aiutino a svolgere le mansioni in autonomia. I nostri ragazzi hanno situazioni molto diverse, quindi è difficile individuare delle criticità comuni a tutti: quello che è certo è che lo scoglio più grande si ha quando viene imposto loro qualcosa che non gli appartiene, come regole e procedure che per loro non sono scontate. Per questo è fondamentale accompagnarli nell’acquisizione dell’autonomia, secondo i loro ritmi.
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Obiettivi per il futuro?
Ora che abbiamo un nostro terreno, vorremmo che questo lavoro diventi stabile e duraturo. Vorremmo riuscire ad avere attività specializzanti per le famiglie e per le persone con disabilità, accogliere persone dei centri diurni che vogliono fare un’esperienza nel verde, così come avere corsi stabili di formazione per rendere sostenibile il progetto di attivazione dei tirocini e riuscire ad attivare più assunzioni possibile.
Il Giardino di Fondazione La Comune
Il 18 di maggio è stato inaugurato a Cornaredo Il Giardino di Fondazione La Comune, dedicato a progetti di socializzazione, di formazione e d’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità intellettive. Passa sotto la proprietà di Fondazione La Comune un ettaro e mezzo di terreno, appartenuto all’ex azienda agricola di Cornaredo “Il Giardino del Loto”, acquisizione finanziata da Fondazione Riva, Fondazione De Agostini, Fondazione Mon Soleil, Technical spa e diversi privati.
Dopo un attento lavoro di riordino degli spazi verdi, che il 20 aprile ha visto coinvolti i sostenitori della Fondazione e un gruppo di persone detenute nel Carcere di Bollate in qualità di volontari, parte la piena operatività di Il Giardino di Fondazione La Comune, dove ogni talento può sbocciare. Nell’ottica del welfare di comunità e dell’inclusione, l’iniziativa è una chiara espressione di quello che rappresenta “Il Giardino” inteso come luogo che accoglie la cittadinanza, i giovani con disabilità intellettiva, le famiglie, centri diurni e associazioni che si occupano di persone con disabilità, volontari, scolaresche e aziende.
I giovani si districheranno tra serre per ogni tipo di cultura, canali di irrigazione e attrezzature varie per la semina e la cura di diverse varietà di piante. Il Giardino di Fondazione La Comune coltiva in modo sostenibile e a km zero varietà di fiori stagionali e utilizzando solo prodotti fitosanitari naturali. I giovani, accompagnati nel loro percorso da un’équipe di giardinieri ed educatori, forniscono fiori all’ingrosso, servizi di catering floreali a privati, aziende ed enti che si potranno rivolgere direttamente presso i due negozi di Milano Fiori all’Occhiello (via Adige 6 e via Trivulzio 20), dove lavorano giovani con disabilità affiancati a professionisti del settore, e attraverso e-commerce.
Il Giardino collabora con le aziende per le iniziative dedicate di team building presso i propri campi, eventi promozionali e progetti condivisi. La disponibilità di un Disability Manager, inoltre, non solo aiuta il giovane con disabilità ad orientarsi verso il lavoro più adatto, a seguito del suo percorso formativo, ma interviene in azienda per rendere l’ambiente più idoneo per il lavoratore.
Le imprese possono attivare convenzioni in art. 14 con Fondazione La Comune per cui è la Fondazione stessa ad assumere la persona svantaggiata e a trovare il più corretto collocamento all’interno dell’organizzazione aziendale, ottenendo in questo modo beneficio sia per il dipendente che per l’azienda che scomputa il lavoratore.
Fondazione la Comune finora ha attivato a favore dei giovani con disabilità 5 assunzioni, di cui 3 in art. 14, 12 tirocini retribuiti e circa 30 giovani hanno concluso il percorso di formazione in assetto lavorativo. Oltre il 35% dei dipendenti di Fondazione La Comune sono persone con disabilità cognitiva grave.
I progetti sociali di Fondazione La Comune hanno ottenuto sostegno da Regione Lombardia, Città Metropolitana, Comune di Milano, Fondazione di Comunità Milano, Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Riva, Fondazione De Agostini, Fondazione Mon Soleil e da numerosi privati.