Commercio etico: l’unione fa la forza a Fashion Revolution

La campagna internazionale Fashion Revolution promuove dal 2014 la consapevolezza intorno al mondo della moda e chiama a raccolta, in 90 Paesi del mondo, tutti coloro che vogliono creare un futuro etico e sostenibile per la moda, chiedendo maggiore trasparenza lungo tutta la filiera fino al consumatore. 

L’iniziativa è nata in seguito alla tragedia del crollo della fabbrica del Rana Plaza in Bangladesh il 24 aprile 2013, con la morte di 1.138 persone, soprattutto donne che lavoravano in condizioni estreme per i grandi marchi dell’abbigliamento, e il ferimento di molte altre.

Per far sentire con più forza la voce del mondo del Commercio Equo e Solidale, Equo GarantitoAltromercatoaltraQualitàEquomercatoMeridiano361 e Quid hanno deciso di rinnovare la partnership a sostegno dell’ottava edizione di Fashion Revolution, dal 19 al 25 aprile.

L’intera filiera della moda deve ripensarsi secondo un modello che tenga presente il diritto alla salute delle persone, sottolinea una nota, e il diritto a vivere un futuro in un mondo pulito le cui risorse non siano più sfruttate.

Un’immagine dalla campagna internazionale ‘#WHATSINMYCLOTHES?

Fashion Revolution è un’importante occasione per ricordare tutto questo, per creare maggiore attenzione rispetto a ciò che si nasconde dietro ai vestiti che indossiamo e dell’impatto globale della moda, seconda industria più inquinante al mondo dopo quella petrolifera.

La crisi globale causata dalla pandemia ha riportato in primo piano le istanze dei lavoratori del settore abbigliamento, colpiti anch’essi fortemente. Il Covid-19 “e ha smascherato un settore composto da grandi brand che sfruttano milioni di lavoratori e lavoratrici soprattutto nel Sud del mondo e inquinano l’ambiente mettendo sul mercato miliardi di vestiti a basso costo, spesso indossati poche volte e poi buttati – interviene Marco Fazio, Presidente di Equo Garantito”.

Comperare da filiere produttive virtuose

“Abbiamo la necessità di rivedere le nostre abitudini di acquisto, perché esistono invece capi di abbigliamento da filiere produttive virtuose, che provengono da relazioni stabili basate sul dialogo, la trasparenza ed il rispetto con le oltre 20 organizzazioni di Commercio Equo e Solidale in Asia, Africa e America Latina. Storie di empowerment per le donne, di progetti sociali per l’educazione e la salute, di prezzo equo, di fibre naturali, di economia circolare – ricorda ancora Fazio -. Vogliamo un’industria tessile più sostenibile per tutti: le lavoratrici e i lavoratori, l’ambiente e i consumatori. È tempo di una Fashion Revolution. #Ionontornoindietro”.

Il Commercio Equo e Solidale lo afferma da decenni: cambiare è possibile. Ripensare il sistema moda si può fare e lo dimostrano le filiere costruite in questi anni lavorando a stretto contatto con i produttori e gli artigiani di tutto il mondo.

Da Altromercato arriva la moda etica circolare

Altromercato lancia Upcycling creation, la limited edition di moda etica circolare di On Earth, nata dall’idea di dare nuova vita ai capi di moda etica, siano essi abbigliamento che accessori. 

Invece di immettere resi e invenduti in canali di vendita secondari, riutilizzarli e ripensarli dando loro nuova vita e ancora più valore. Gli oggetti vengono, così, recuperati per creare prodotti di maggiore valore

È per questo che si parla di Upcycling e non di Recycling. Una Cooperativa Sociale italianache impiega soggetti svantaggiati, rilavora il capo dandogli così una seconda vita anzichè divenire uno scarto a discapito dell’ambiente. Ogni pezzo è unico, realizzato con tessuti naturali e sostenibili e rispecchia uno stile moderno nelle forme e nei decori.

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