Da Decathlon 10mila maschere da snorkeling alle regioni

Dopo che Isinnova, la startup bresciana, ha brevettato le valvole Charlotte stampate in 3D per trasformarle in respiratori, Decathlon italia ha comunicato oggi che donerà 10mila maschere da snorkeling alle regioni italiane. 

“In una situazione di emergenza sanitaria come quella attuale e in estrema carenza di presidi respiratori ordinari, nell’attesa dei test e delle sperimentazioni in corso presso il Politecnico di Milano e sulla base delle risultanze del brevetto della Società Isinnova, abbiamo deciso di donare 10.000 unità delle nostre maschere da snorkeling Easybreath alle regioni italiane, responsabili della sanità pubblica. 
La chiave di distribuzione utilizzata sarà la quota di accesso abitualmente adottata per la ripartizione dei fondi statali”.

L’unione fa la forza: maschera d’emergenza per respiratori ospedalieri

In piena ’emergenza Covid-19, la startup era stata contattata da un ex primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, il Dott. Renato Favero, che era venuto a conoscenza di Isinnova tramite un medico dell’Ospedale di Chiari. Il Dottor Favero aveva condiviso con Isinnova un’idea per far fronte alla possibile penuria di maschere C-PAP ospedaliere per terapia sub-intensiva, ovvero la costruzione di una maschera respiratoria d’emergenza riadattando una maschera da snorkeling già in commercio. 

Isinnova aveva contattato in breve tempo Decathlon, in quanto ideatore, produttore e distributore della maschera Easybreath da snorkeling. L’azienda si è resa immediatamente disponibile a collaborare fornendo il disegno CAD della maschera che avevamo individuato. Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare. “È stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che abbiamo chiamato valvola Charlotte, e che abbiamo stampato in breve tempo tramite stampa 3d. Il prototipo nel suo insieme è stato testato su un nostro collega direttamente all’Ospedale di Chiari, agganciandolo al corpo del respiratore, e si è dimostrato correttamente funzionante. L’ospedale stesso è rimasto entusiasta dell’idea e ha deciso di provare il dispositivo su un paziente in stato di necessità. Il collaudo è andato a buon fine. Ribadiamo che l’idea si rivolge a strutture sanitarie e vuole aiutare a realizzare un maschera d’emergenza nel caso di una conclamata situazione di difficoltà nel reperimento di fornitura sanitaria ufficiale, solitamente impiegata. Né la maschera né il raccordo valvolare sono certificati e il loro impiego è subordinato a una situazione di cogente necessità”.


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